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IT-Lmp, la stazione ICOS di Lampedusa diventa un osservatorio integrato dell’ambiente

La stazione atmosferica di Lampedusa IT-Lmp, parte della rete di monitoraggio dell’infrastruttura di ricerca ICOS (Integrated Carbon Observation System), ha recentemente completato l’installazione della strumentazione marina per la misura degli scambi aria mare presso il suo Osservatorio oceanografico. Pensata per fornire un quadro completo degli scambi e degli assorbimenti di gas a effetto serra, la stazione di Lampedusa costituisce l’unico esempio di un osservatorio integrato tra la componente atmosferica e quella marina

Raccogliere dati e informazioni relative ai parametri ambientali attraverso un unico sito di monitoraggio, in modo da restituire una prospettiva completa delle dinamiche che influenzano la presenza, gli scambi e gli assorbimenti dei gas a effetto serra. Questo è l’obiettivo a lungo termine che riguarda la stazione IT-Lmp, un sito collocato sull’isola di Lampedusa, parte della rete di monitoraggio dell’infrastruttura di ricerca europea ICOS (Integrated Carbon Observation System). Oltre ad essere la più a sud di tutta Europa, la stazione di Lampedusa sarà la prima di tutto il network a integrare tutte le componenti atmosferica, marina e terrestre nell’ambito di ICOS.

L’infrastruttura di ricerca europea ICOS è un sistema di monitoraggio dell’ambiente che si avvale di oltre 150 stazioni distribuite in 13 paesi europei. A livello internazionale, oltre 500 scienziati sono coinvolti nelle operazioni che riguardano la raccolta, l’elaborazione e l’analisi delle informazioni ottenute dai vari siti, localizzati in diverse tipologie di ambienti. La rete italiana si compone attualmente di 17 stazioni, che, tramite una serie di strumentazioni, registrano informazioni preziose, accurate, qualitativamente elevate e disponibili gratuitamente per tutti gli interessati. “L’integrazione di diverse componenti è fondamentale per comprendere le dinamiche coinvolte negli scambi e negli assorbimenti dei gas a effetto serra”, spiega Alcide Giorgio di Sarra, coordinatore delle osservazioni atmosferiche nell’ambito della Joint Research Unit italiana di ICOS e ricercatore presso l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). “La possibilità di osservare le alterazioni e i valori di diversi parametri nello stesso luogo è davvero importante nell’ottica di fornire dati di elevata qualità”.

Vista dell’Osservatorio Oceanografico di Lampedusa (l’isola sullo sfondo). L’Osservatorio Oceanografico si trova a 5,3 chilometri a sud ovest dell’estremità occidentale di Lampedusa, su un fondale di 74 m. CREDITS: ENEA

L’Osservatorio Oceanografico, che si trova al largo dell’isola di Lampedusa, si aggiunge a quello atmosferico per restituire una visione di insieme unica e completamente nuova sui parametri utili al monitoraggio integrato dell’ambiente (https://www.lampedusa.enea.it). Gli strumenti installati comprendono un analizzatore per la misura della pressione parziale di CO2 in acqua, un sensore di pH, una sonda multiparametrica per temperatura, pressione, conducibilità, ossigeno disciolto, un sensore di clorofilla, retrodiffusione e CDOM, ed un sensore di radiazione fotosintetica. “Tutti i sensori si trovano a una profondità di cinque metri – aggiunge Francesco Monteleone, responsabile scientifico per ENEA del progetto di implementazione del sito marino ICOS a Lampedusa – ad eccezione del radiometro per la radiazione fotosintetica, che invece è collocato a 2,5 metri di profondità. I dati vengono acquisiti e spediti via GSM in tempo quasi reale”. “La ricezione dei primi dati – commenta – è stato un grande traguardo. L’integrazione della componente oceanica alla stazione atmosferica di Lampedusa ha richiesto un notevole impegno. Siamo davvero contenti di questo successo. Con queste osservazioni, che si aggiungono alle misurazioni già effettuate presso l’Osservatorio Oceanografico di Lampedusa da ENEA e dal Consiglio nazionale delle ricerche, il sito marino di Lampedusa raggiunge uno stadio decisamente avanzato di realizzazione”. Lo sviluppo del sito marino di ICOS a Lampedusa è uno degli obiettivi del Progetto PRO-ICOS-MED, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, coordinato dal CNR e di cui ENEA è partner insieme al Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA). PRO-ICOS-MED è dedicato al potenziamento della infrastruttura di ricerca Europea ICOS in Italia.

La boa di Lampedusa. CREDITS: ENEA

Damiano Sferlazzo, che a Lampedusa garantisce l’operatività dell’Osservatorio, spiega poi che nel prossimo futuro la stazione si arricchirà ulteriormente con un osservatorio ecosistemico, integrando per la prima volta tutte le componenti della rete ICOS. “Lampedusa offre un’occasione davvero unica per studiare e monitorare gli scambi di gas a effetto serra restituendo un quadro completo della situazione ambientale, con una panoramica integrata delle componenti atmosferica, oceanica ed ecosistemica”. “Tutti gli strumenti per lo studio del ciclo del carbonio sono stati montati sulla boa a fine ottobre – conclude Sferlazzo – e finora non ha dato troppi problemi. A dispetto delle difficoltà tecniche, delle impressionanti mareggiate di questo inverno e della complessità materiale per l’alimentazione dei dispositivi, la ricezione dei primi dati dall’osservatorio oceanografico è stata davvero una soddisfazione per tutta la comunità scientifica che ha dedicato impegno, tempo e passione a questo progetto”.

Il grafico mostra i dati raccolti negli ultimi due mesi, da quando sono attive le misure per ICOS, da alcuni degli strumenti operativi presso l’Osservatorio Oceanografico di Lampedusa. Nel grafico viene mostrata anche l’evoluzione della concentrazione atmosferica misurata dal sito amtosferico ICOS a Lampedusa. L’integrazione di queste misure permette di determinare la distribuzione delle specie carbonatiche in mare e, combinate con le misure atmosferiche, il flusso di CO2 scambiata tra atmosfera ed oceano. Questo flusso è proporzionale alla differenza tra concentrazione atmosferica e marina di CO2. In questo periodo dell’anno questa area del Mediterraneo assorbe parte della CO2 contenuta in atmosfera.

 

La stazione atmosferica di Lampedusa, già parte della rete di monitoraggio di ICOS Italy
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