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Monitorare per agire. Il ruolo di ICOS e la Giornata mondiale della Terra

Il 22 aprile ricorre la Giornata mondiale della Terra, un’occasione per celebrare il pianeta e la salvaguardia dell’ambiente. In quest’ottica ICOS può dare un contributo fondamentale, fornendo informazioni preziose sulle dinamiche legate agli scambi e agli assorbimenti di gas a effetto serra. Per intraprendere azioni mirate ed efficaci, è infatti necessario comprendere a fondo i meccanismi climatici.

Conservare le risorse naturali della Terra – spiega Dario Papale, docente di Ecologia Forestale presso l’Università della Tuscia e direttore dell’Ecosystem Thematic Centre (ETC), uno degli organi di cui si avvale l’infrastruttura di ricerca europea ICOS – richiede uno sforzo importante che deve iniziare dal loro studio e monitoraggio. Con una pressione antropica sempre presente e crescente che va dai cambiamenti climatici, alle diverse forme di inquinamento e i cambi d’uso del suolo, capire la risposta degli ecosistemi è fondamentale”.

Monitoraggio e osservazione 

L’osservazione ed il monitoraggio richiedono specifiche caratteristiche. “In primo luogo – afferma il docente – è necessario seguire protocolli rigorosi e condivisi a livello internazionale. Questo perché l’interpretazione dei dati può avvenire a diverse scale spaziali: possiamo ad esempio studiare come un bosco nella nostra Regione risponde alle pressioni antropiche ma le stesse misure possono essere usate per valutare la differenza nelle risposte di ecosistemi simili in Italia o a scala globale. Quando si considerano in una stessa analisi misure raccolte in luoghi diversi e da persone e gruppi di ricercatori distinti è importante assicurarsi che i dati siano comparabili e acquisiti seguendo protocolli più similari possibili”.

L’altro aspetto fondamentale del monitoraggio – aggiunge l’esperto – è la scala temporale, che deve essere lunga abbastanza per poter registrare e analizzare risposte che possono avere tempi lunghi o dovute a pressioni che variano nel tempo”.

Da ultimo – commenta Papale – per poter essere efficaci e contribuire a creare la base di conoscenza necessaria a pianificare e definire le azioni da intraprendere per una tutela delle risorse naturali, i dati acquisiti da reti di monitoraggio devono essere ad accesso aperto e sempre aggiornati. La comunità scientifica mondiale deve poter accedere senza limitazioni a queste misure per poter dare il suo contributo alla conoscenza e pianificazione delle azioni”.

ICOS e le infrastrutture di ricerca internazionali 

Le infrastrutture di ricerca nascono proprio con questo scopo, e ICOS può fornire un importante contributo per il monitoraggio dell’ambiente. “ICOS è un’infrastruttura di ricerca ambientale nell’ambito dell’ESFRI (European Strategy Forum on Research Infrastructures) e finanziata dagli stati membri dell’Unione Europea – conclude Papale – scopo di queste realtà di ricerca internazionali è quello di acquisire dati, gestire esperimenti e fornire servizi per supportare la ricerca, la scienza, e la salvaguardia del pianeta”.

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