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L’effetto del lockdown sulle emissioni di anidride carbonica in città

Riduzioni di emissioni fino all’87% in undici città in tutta Europa analizzate attraverso tredici stazioni di misurazione. Pesaro e Firenze sono tra i siti in cui si sono registrate le diminuzioni maggiori, mentre ad Amsterdam e Londra le emissioni sono rimaste basse anche dopo la fine delle restrizioni.  Sono i risultati di una ricerca condotta da un gruppo internazionale di ricercatori e guidata da un team di ICOS Italia, la rete italiana per la misura delle emissioni di gas serra.

 

Durante il lockdown da Covid-19 le emissioni di anidride carbonica nelle città europee sono diminuite, a volte drasticamente e, soprattutto, a volte sono rimaste basse anche dopo le restrizioni. È il caso, ad esempio di Amsterdam, dove le emissioni si sono ridotte del 40% durante il lockdown e sono rimaste più basse del 30% rispetto al periodo pre-covid per i quattro mesi successivi.

La ricerca “Direct observations of CO2 emission reductions due to COVID-19 lockdown across European urban districts”, pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale Science of The Total Environment e firmata da un gruppo di ricerca internazionale guidato da scienziati di ICOS Italia, la rete italiana per la misura delle emissioni di gas serra, ha quantificato l’impatto delle restrizioni, in particolare di quelle legate alla mobilità, sulla immissione in atmosfera di anidride carbonica.

 

Le città prese in considerazione dalla ricerca, una lista che interessa una gamma molto diversa di ambienti urbani in Europa, pur con differenze relative, hanno tutte fatto registrare significative riduzioni delle emissioni. Più nel dettaglio, le riduzioni maggiori riguardato Heraklion, in Grecia, seguita da Pesaro, Firenze, Berlino, Londra, Basilea, Amsterdam, mentre minori sono quelle registrate a Sassari, Vienna, Helsinki, Innsbruck. In alcune delle città prese in considerazione i periodi di allentamento delle restrizioni e di fine lockdown coincidono con un ritorno delle emissioni cittadine ai livelli pre-pandemia. Il traffico veicolare, si legge nella ricerca, è stato tra i principali protagonisti di queste riduzioni che hanno avuto luogo per lo più durante il giorno. Infatti, spiegano i ricercatori, l’aumento delle emissioni da abitazioni, dove le persone erano costrette dalle restrizioni, quali ad esempio il maggior fabbisogno di riscaldamento, non sono state tali da compensare le riduzioni ottenute dalle limitazioni al traffico. Lo studio, in particolare, mostra che “il cambiamento di alcuni comportamenti umani può avere un effetto diretto, immediato e significativo sulla riduzione delle emissioni di CO2 da ambiente urbano”. Il che pone l’accento sul bisogno di “cambiamenti sistemici negli ecosistemi urbani e nelle abitudini di vita delle persone al fine di ottenere una efficace e duratura mitigazione dei cambiamenti climatici”, fa notare il Dr. Giacomo Nicolini del CMCC, primo autore dell’articolo.

“Il progetto ICOS Cities, appena iniziato e finanziato dall’Unione Europea, renderà accessibile alla comunità scientifica, attraverso il portale ICOS Carbon Portal, una vasta raccolta di dati sullo scambio di gas climalteranti in ambiente urbano” conclude Dario Papale, dell’Università della Tuscia, e Direttore dell’Ecosytem Thematic Centre di ICOS. “Questa raccolta di dati sarà utile per ulteriori analisi sulle complesse dinamiche di scambio dei gas climalteranti in ambiente urbano. L’Italia avrà un ruolo fondamentale grazie a stazioni di misura già esistenti in diverse città e gestite principalmente dal CNR”.

“Direct observations of CO2 emission reductions due to COVID-19 lockdown across European urban districts”, Giacomo Nicolini et al., Science of the Total Environment, 2022

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