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Conferenze ONU sul cambiamento climatico, le COP da Parigi a oggi   

La Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), è un trattato ambientale internazionale durante il quale si discutono azioni e strategie integrate per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. La Conferenza delle Parti dell’UNFCCC si è incontrata per la prima volta a Berlino dal 28 marzo al 7 aprile 1995 e dalla COP1, le parti firmatarie della convenzione si riuniscono annualmente per valutare ed elaborare nuove strategie di azione contro i cambiamenti climatici.

Da qualche anno, la conferenza accoglie anche gli incontri delle parti con riferimento all’Accordo di Parigi. Tenutasi nella capitale francese dal 30 novembre al 12 dicembre del 2015, la COP21 ha infatti portato alla stipula del noto patto internazionale, attraverso il quale l’impegno dei paesi membri a mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici è stato consolidato. Presieduta da Laurent Fabius, ministro degli Esteri francese, la conferenza ha stabilito l’onere di non superare la soglia di 1,5 ° C dell’aumento delle temperature medie globali rispetto ai livelli preindustriali. I 196 paesi partecipanti hanno accettato all’unanimità i termini dell’accordo, un documento di 12 pagine in cui si rimarca l’importanza di agire “al più presto possibile”.

L’anno successivo, dal 7 al 18 novembre 2016 la città di Marrakech ha ospitato la XXII Conferenza delle Parti (COP22), a cui hanno partecipato 197 delegazioni degli Stati membri. La conferenza di Marrakech ha trattato le modalità di applicazione dell’accordo sul clima firmato durante la COP di Parigi. In questo incontro, presieduto da Salaheddine Mezouar, ministro degli Esteri del Marocco, diversi paesi hanno presentato il loro piano strategico per raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050, mentre le nazioni associate a redditi medi più elevati si sono impegnate a finanziare con 83 milioni di dollari il “Fondo di adattamento”, istituito nel quadro del protocollo di Kyoto.

La COP23 si è poi tenuta dal 6 al 17 novembre 2017 a Bonn, in Germania, con la partecipazione di 194 paesi. Presieduto per la prima volta da un piccolo stato insulare, le Fiji, l’incontro ha portato all’avvio del Talanoa Dialogue, un processo progettato per aiutare i paesi ad attuare e migliorare gli sforzi orientati al raggiungimento degli obiettivi di mitigazione del cambiamento climatico. La COP23 ha anche stabilito di sostenere gli agricoltori nella promozione di azioni per il clima. La conferenza del 2017 ha infine portato all’adozione di un Gender Action Plan per favorire la piena partecipazione delle donne e ad un accordo su una “Piattaforma delle comunità locali e dei popoli indigeni”.

Nel 2018 dal 3 al 14 dicembre la COP24 si è svolta a Katowice, in Polonia, allo scopo di definire le regole di attuazione dell’Accordo di Parigi. L’obiettivo ultimo è stato quello di cercare di definire un “Rule Book”, un libro guida per attuare tutti i principi dell’Accordo del 2015. Dalla conferenza, presieduta da Andrzei Duda, emerge quindi la necessità di diminuire del 45 per cento le emissioni di CO2 a livello globale entro il 2030, e del 100 per cento entro il 2050. Nel corso della COP24 si è anche stabilito come distribuire le risorse finanziarie necessarie a sostenere i paesi meno sviluppati per indurli a ridurre le proprie emissioni di CO2.

Dal 2 al 13 dicembre 2019 si è svolta a Madrid la COP25, presieduta da Charles Michel, Primo ministro del Belgio. I risultati della conferenza hanno sottolineato che le decisioni sul mercato del carbonio sarebbero state rinviate all’incontro successivo. L’Unione Europea ha raggiunto un accordo sul Green Deal per l’azzeramento delle emissioni entro il 2050. È stata pertanto istituita la Climate Ambicious Coalition, un accordo tra 73 paesi impegnati sul fronte di decarbonizzazione entro il 2050.

La COP26, inizialmente prevista per novembre 2020, è stata rimandata al 2021 a causa della pandemia, per cui si terrà dal primo al 12 novembre 2021 a Glasgow, in Scozia. Questo incontro verterà sul bilancio dello scorso anno e sugli obiettivi di riduzione delle emissioni alla luce dei recenti studi sull’emergenza climatica, sull’aumento delle temperature e sui modelli di previsione elaborati per stimare le emissioni che caratterizzeranno i prossimi anni.

Gli stati membri discuteranno quindi i nuovi obiettivi a medio e lungo termine per rispettare gli Accordi di Parigi e salvaguardare le risorse del pianeta.

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